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BOLLETTINO DI GUERRA SULLE STRADE VERONESI

Auto rovesciate
«Sms alla guida?
Letali come l'alcol»

Un'auto rovesciata a Ponte Crencano (Archivio)
Un'auto rovesciata a Ponte Crencano (Archivio)
Un'auto rovesciata a Ponte Crencano (Archivio)
Un'auto rovesciata a Ponte Crencano (Archivio)

Il fenomeno è balzato agli occhi di molti lettori de Larena.it: “Ancora? Un'altra volta? Com'è possibile che tutte queste auto si rovescino?”, i commenti sul sito e sulla nostra pagina Facebook sotto foto e video di incidenti in cui una delle auto, dopo uno scontro o, spesso, anche senza che avvenga un impatto, si ribalta.
E in effetti, negli ultimi mesi, le pagine di cronaca del Veronese sono un bollettino di guerra: 20 agosto 2015, una vettura si rovescia in via Mameli; 5 ottobre, stessa scena in lungadige Porta Vittoria; 24 novembre, ancora una volta a Soave; 26 novembre, ribaltamento allo stadio; 5 dicembre, carambola con auto rovesciata a ponte Aleardi; 10 dicembre a Vicenza (l'auto è condotta da un veronese); il giorno dopo, incidente con ribaltamento alla Bassona; a Santa Lucia, accade di nuovo a San Michele; 17 dicembre, auto rovesciata a Villafranca; il 9 gennaio, stessa scena all'uscita del sottopasso di via Galliano. E solo per citare alcuni dei casi più recenti e, tra questi, quelli che vengono segnalati alla nostra redazione.

La casistica, a giudicare dalla ricostruzione della dinamica degli incidenti, è la più varia: c'è chi si rovescia dopo aver affrontato male una rotonda, chi dopo uno scontro con un'altra vettura, chi dopo l'impatto con un muretto, chi, apparentemente, esce di strada e fa tutto da solo. Anche le condizioni atmosferiche sono disparate: accade più spesso con la pioggia, ma non solo. E non c'è casa automobilistica, confermano le forze dell'ordine, che risulti immune.

E allora di chi è la colpa?

“Si tratta di una serie di concause: alta velocità, ostacoli sulla carreggiata, fondo viscido, condizioni atmosferiche avverse”, risponde Luigi Altamura, comandante della polizia municipale, che non conferma una recrudescenza del fenomeno. Anzi: “In base al report 2015, gli incidenti stradali a Verona hanno registrato meno morti e meno feriti gravi rispetto all'anno precedente. E il merito va sostanzialmente all'air bag, anche laterali, e alle cinture di sicurezza, che ormai quasi tutti hanno l'abitudine di allacciare”.

Anche secondo Francesco, responsabile dell'Officina Boni Soccorso Aci di via Torbido, il fenomeno non è affatto straordinario. E i responsabili si chiamano velocità eccessiva e la strada sdrucciolevole. “Le maggiori criticità si registrano quando cambia il tempo dopo periodi di siccità, quando gasolio e nafta incombusti o la polvere dei freni si depositano sulla strada. Queste sostanze entrano nei pori dell'asfalto e, quando inizia a piovere, si sciolgono e iniziano a "galleggiare", creando un fondo viscido e molto pericoloso”. A quel punto può bastare una frenata perché l'auto slitti lateralmente, innescando un ribaltamento”.

Altra lettura quella del comandante della Polizia stradale, Girolamo Lacquaniti. Anche per lui il fenomeno non è nuovo. Lo sono, invece, le cause. Stando al suo osservatorio, ovvero gli incidenti rilevati in autostrada (su cui la Polstrada ha competenza), nel 2015 sono diminuiti gli incidenti con feriti (passati da 249 a 230), ma aumentati quelli mortali (nove contro sei). “E' vero, con la crisi molti risparmiano sulla manutenzione del veicolo e dei pneumatici. Ma in due casi su tre, non c'è stata alcuna collisione, si è trattato di fuoriuscite autonome”, dice. “Significa che chi era alla guida ha avuto un colpo di sonno, era al volante sotto l'effetto di alcol o sostanze stupefacenti o, come accade sempre più spesso, era distratto e per questo, magari, è salito su un cordolo, è finito in un avvallamento o contro il guard rail, rovesciandosi”.

Si stima che la disattenzione causi un terzo degli incidenti e che, considerando questi casi, il 70 per cento delle volte la causa di distrazione sia all'interno della vettura. E sul banco degli imputati, prevedibilmente, c'è soprattutto il cellulare. Il problema non sono tanto le telefonate, risolte con il vivavoce, quanto gli sms digitati al volante, distogliendo lo sguardo dalla strada. “E' stato calcolato che mandare un sms che ci impegna per quattro secondi a 80 chilometri all'ora corrisponde a guidare a occhi chiusi per 89 metri. Mandare un sms alla guida due volte a settimana, che potrebbe sembrare una sciocchezza, in un mese corrisponde a guidare alla cieca per quasi un chilometro. Chi di noi lo farebbe? Nessuno”, conclude Lacquaniti. “Ogni volta che ci viene la tentazione di scrivere un sms in auto sarà meglio pensarci”.

 

Elisa Pasetto

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