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Dopo l’esposto del M5S

False e irregolari:
97 politici imputati
per le firme

L’udienza stamattina in Corte d’Assise
L’udienza stamattina in Corte d’Assise
L’udienza stamattina in Corte d’Assise
L’udienza stamattina in Corte d’Assise

Si preannuncia un’udienza preliminare lunga e affollata, quella che si terrà oggi davanti al gup Laura Donati nell’aula della Corte d’Assise (per questioni di spazio). Un caso, che vede imputate 97 persone, tra politici di professione e aspiranti consiglieri comunali di paese, accusati di irregolarità nella raccolta firme per le elezioni comunali di Legnago, San Bonifacio e Pescantina nella primavera 2014.

Dall’avviso di conclusione indagini della scorsa estate, che aveva raggiunto 109 indagati, le posizioni sono già andate diversificandosi. Per una decina di persone il pm Beatrice Zanotti, titolare dell’inchiesta, ha richiesto l’archiviazione: la decisione spetterà ora al gip Raffaele Ferraro. Invece, le accuse a carico di Paolo Longhi, ex candidato sindaco nella lista di centrodestra a Legnago, sono state già archiviate.

Per tutti gli altri 97 imputati, l’udienza preliminare si apre oggi ed è probabile che già stamattina vengano formalizzate le richieste di patteggiamento da parte di alcuni difensori. In pratica, secondo la Procura, gli assessori e i consiglieri provinciali che, in qualità di pubblici ufficiali, avrebbero dovuto garantire l’autenticità delle firme innanzitutto con la propria presenza, non lo avrebbero fatto, delegando invece militanti e candidati a raccoglierle. Qualcuno avrebbe addirittura falsificato qualche firma per arrivare più velocemente al quorum necessario per la presentazione della lista.

L’inchiesta era partita in seguito a un esposto del Movimento 5 Stelle e si è estesa a diverse liste elettorali, indipendentemente dal colore politico: Forza Italia, Lega, Pd e liste civiche correlate.

Per le elezioni di Legnago è finito nei guai l’ex assessore provinciale Samuele Campedelli, che avrebbe attestato l’autenticità delle firme di 291 elettori per la lista «Longhi sindaco Centrodestra Legnago», pur non essendo presente al momento della sottoscrizione. La stessa accusa viene rivolta ad Alberto Bozza, all’epoca consigliere provinciale e oggi assessore allo Sport del Comune di Verona: secondo la Procura, avrebbe falsamente attestato l’autenticità di 295 firme per le liste a sostegno di Manuel Fornaser, candidato di Forza Italia, più altre 436 firme per le elezioni di San Bonifacio, con le liste a favore di Giuliano Zigiotto.

Sempre per Pescantina sono imputati anche l’ex assessore provinciale Carla De Beni della Lega (ed ex sindaco di Affi, poi passata alla Lista Tosi), oltre agli ex consiglieri provinciali Franca Maria Rizzi del Pd e Francesca Zivelonghi di Forza Italia.

Per San Bonifacio, invece, sono finiti nel mirino della Procura anche gli ex consiglieri provinciali Domenico Dal Cero (ex Pdl), Alice Leso (Pd), Stefano Marzotto, sindaco di Pressana e segretario provinciale Udc, nonché Giuseppe Mazza, più gli ex assessori Luigi Frigotto della Lega e Giuliano Zigiotto, ex candidato sindaco per Forza Italia: quest’ultimo è accusato anche di aver falsificato alcune firme.

Tra gli imputati figurano anche i due sindaci vincitori, Luigi Cadura di Pescantina e Giampaolo Provoli di San Bonifacio, entrambi del Pd.

Manuela Trevisani

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