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Parenti sotto shock

Un’unica tomba
presa di mira,
giallo a San Massimo

Cimitero di San Massimo
Cimitero di San Massimo
Cimitero di San Massimo
Cimitero di San Massimo

Da un anno e mezzo non c’è pace per i defunti della famiglia Ambrosi seppelliti nel cimitero di San Massimo.

Uniti in un unico loculo nei sotterranei del camposanto, padre, madre e il figlio più giovane che ha perso la vita poco più cinque anni fa, sono ripetutamente presi di mira da qualche vandalo incallito che ne distrugge le foto con degli oggetti appuntiti.

La famiglia, scioccata e addolorata dal gesto ripetuto e incomprensibile, si è rivolta all’Agec - l’azienda comunale che gestisce i cimiteri - e ai carabinieri del quartiere, ma la situazione è rimasta immutata. L’ultimo sfregio, che segue ad altri quattro episodi, risale alla settimana scorsa.

«Siamo gli unici a essere presi di mira nel cimitero, e iniziamo persino ad avere paura di recarci nei sotterranei a trovare i nostri cari», dicono i familiari. «Abbiamo chiesto che venisse messa una telecamera per cogliere sul fatto chi si accanisce sulle fotografie dei nostri parenti, ma ci è stato risposto che non è possibile. E non possiamo agire neanche privatamente installando l’apparecchiatura a nostre spese, per problemi legati alla privacy».

Ai cinque atti vandalici sono seguite tre denunce e proprio una decina di giorni fa i parenti hanno inviato una raccomandata agli uffici dell’Agec per tornare a chiedere la possibilità di sistemare un occhio elettronico che sorvegli la tomba di famiglia.

«I primi quattro episodi sono accaduti in occasione di qualche anniversario o evento importante», riferisce una delle figlie dei due coniugi seppelliti a San Massimo. «Il primo quando si è sposato il figlio di nostro fratello, il secondo all’anniversario della sua morte, poi sono stati presi di mira anche i nostri genitori e l'ultima volta non c’era nessun legame con qualche evento familiare. Non sappiamo più a chi rivolgerci. Nonostante i vari solleciti, sembra che non ci sia nessuno in grado di tutelare il rispetto dei nostri defunti, e andare a trovarli è sempre più spesso uno choc emotivo».C.BAZZ.

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