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BOSCO CHIESANUOVA

Domenica di sci
in bianco: impianti
chiusi a S.Giorgio

La biglietteria chiusa per "gusto tecnico"
La biglietteria chiusa per "gusto tecnico"
La biglietteria chiusa per "gusto tecnico"
La biglietteria chiusa per "gusto tecnico"

È stato un inverno da dimenticare fino a febbraio, per mancanza di neve. Adesso che la neve c’è, è comunque un inverno da cancellare per la stazione dello sci di discesa di Malga San Giorgio. Non è andato a segno nulla di quello che curatore fallimentare e tribunale speravano: recuperare qualche euro dall’affitto del ramo d’azienda degli impianti per rendere meno pesante il passivo fallimentare di Nuova Lessinia spa.

Dei tre impianti - due skilift e la seggiovia - ha finora funzionato solo lo skilift del Valon che funge anche da campo scuola. Ma domenica mattina quando gli appassionati si sono presentati alla biglietteria gestita da G&A srls, un cartello avvertiva: «Chiuso x gusto tecnico». Talmente evidente, che anche la «a» di guasto si era guastata.

Una nota della società dopo le 9 avvertiva: «Un guasto al gruppo elettrogeno ha impedito l’avvio degli impianti e la società si scusa con gli sciatori per il disagio».

Una domenica persa senza preavviso, che ha lasciato di stucco anche i volontari del soccorso piste, presentatisi per accedere alla stanza dove viene custodito il materiale per il pronto intervento (fanno servizio anche sulle piste di fondo, domenica regolarmente aperte e funzionati) e impossibilitati ad entrare perché era tutto sprangato.

Due le domande principali che avremmo voluto fare a G&A, se qualcuno avesse deciso di rispondere al telefono domenica o ieri. La prima riguarda il perché la stazione funzioni con un generatore, quando esiste una linea elettrica che porta energia tutti i giorni. Peraltro il contratto sembrava già sottoscritto dal dicembre scorso; in realtà non è mai stato firmato, per la semplice ragione che Agsm aspetta soldi arretrati di anni e non si sogna di erogare energia a chi non paga (anche per colpe non sue visto che G&a è subentrata solo negli ultimi mesi) bollette scadute da anni.

La seconda domanda è una richiesta di conferma che smentirebbe il comunicato della società: pare che all’origine del blocco della stazione non ci sia affatto il generatore fuori uso ma le braccia incrociate dei dipendenti che, non ricevendo la paga pattuita, domenica mattina hanno deciso di non presentarsi al lavoro immobilizzando di fatto la stazione, mandando all’aria i sogni di neve di tanti veronesi e le lezioni della scuola di sci di Bosco Chiesanuova. Pare ancora che uno dei maestri si fosse offerto di pagare di tasca propria la giornata agli addetti all’impianto purché facessero funzionare il solo e unico skilift, sul quale erano prenotate le lezioni di sci ma gli addetti sarebbero stati irremovibili nella loro decisione di serrata.

Non è stato un inverno facile per Malga San Giorgio, iniziato con l’interdittiva antimafia del prefetto Salvatore Mulas a Francesco Piserà, già presidente di Bintar Snea, la società che fino a settembre aveva l’affitto degli impianti.

Il nuovo affidamento da dicembre passava da Bintar Snea a G&A, società a responsabilità limitata semplice intesta al figlio diciottenne Gabriele Piserà, socio unico, e capitale sociale di mille euro, con amministratrice unica Evelina Marzola.

Il giorno dopo l’avvio degli impianti a febbraio, quando finalmente la neve si è fatta vedere, è arrivata anche la seconda interdittiva prefettizia antimafia, questa volta a colpire il figlio: l’interdittiva è misura preventiva concepita per evitare che la criminalità si infiltri e contatti la pubblica amministrazione.

Il Prefetto ha ritenuto che G&A srls fosse di fatto una società prestanome gestita da Francesco Piserà, padre di Gabriele. Piserà padre ha sempre sostenuto di essere immune da contagi mafiosi e di poterlo dimostrare con le carte e con i fatti, ma per proseguire con l’attività G&A, dalla sera alla mattina, ha venduto le sue quote e proprietaria, socia unica e amministratrice unica è diventata Evelina Marzola.

Così San Giorgio ha potuto aprire legalmente, ma quanto a capacità e competenze dimostrate sul campo, evidentemente non sono bastate le trasformazioni della ragione sociale. Sul posto, accanto al mezzo battipista rotto da mesi e parcheggiato sul piazzale dell’albergo Valon, si è aggiunto un secondo mezzo bloccato sulla strada di raccordo fra la pista Belvedere e il Valon. Di fatto anche se gli impianti avessero l’energia per essere avviati, e gli addetti si presentassero regolarmente al lavoro, non ci sarebbe più nessun mezzo in funzione per battere le piste.

Dire che la stagione dello sci alpino è finita prima di cominciare è realtà, anche se può sembrare una battuta impietosa.

Vittorio Zambaldo

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