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Maria Sole Cona brilla d’oro e di bronzo

Un oro e un bronzo nella staffetta a squadre sono il bottino di Maria Sole Cona, da Sant’Anna d’Alfaedo atleta dello Sci club Bosco Chiesanuova, società per la quale sono tesserati anche la sorella Camilla e Riccardo dalle Fosse. Ha conquistato le due medaglie ai campionati italiani di sci di fondo a tecnica libera sull’Appennino modenese, organizzati dallo Sci Club Frassinoro.

Maria Sole, 13 anni, che scia dall’età di 6, è arrivata in finale vincendo tutte e quattro le qualificazioni. Loro ha coronato un’impresa da incorniciare, frutto di un lavoro mirato con cinque allenamenti alla settimana a Bosco Chiesanuova: nella stagione estiva corsa e palestra e in inverno sulle piste di San Giorgio.

La bella affermazione di Maria Sole mette ancora una volta in risalto la società Sci club Bosco Chiesanuova che comprende atleti di tutta la Lessinia. Qui si sono formati Fulvio Valbusa e la sorella Sabina, che hanno fatto la storia del fondo italiano e altri atleti emergenti quali Debora Roncari e Lucia Scardoni .

«Mia figlia», racconta mamma Lara Menegazzi, sua assidua accompagnatrice, «ha ereditato questa passione dal nonno Cherubino, cui ha dedicato la vittoria, che ha tramandato ai suoi figli e quindi a papà Giacomo, ex sciatore, e attuale suo allenatore insieme a Carlo Vito Scandola».

«In questo paese, anche se pochi ormai lo ricordano, lo Sci Club Aquilia è stato una bella realtà, viva e positiva, e quando ancora la neve permetteva di allenarsi a San Giovanni in Loffa, a Fontana Fredda, a Passo Fittanze, su piste improvvisate, battute dai ragazzi con gli stessi sci, ha fatto crescere non solo dal punto di vista sportivo, ma soprattutto umano, un paio di generazioni, tra cui Giacomo Cona e suo fratello Andrea, nazionale juniores», aggiunge mamma Lara, che rivela: «L’idolo di Maria Sole è Marit Bjorgen, atleta norvegese, campionessa mondiale di sci di fondo».

«Questo è uno sport duro che comporta molti sacrifici, non solo per la resistenza fisica, ma per la distanza delle piste, la carenza di neve. Questo spaventa i genitori più che i ragazzi, ma il bagaglio che resta anche a distanza di tempo ed anche senza i risultati è grande, insomma ne vale la pena, per la salute, per il contatto costante con la natura, per le persone e le relazioni che si costruiscono, per il valore della costanza, dell'attesa, della fatica e della solitudine, che poche esperienze oggi fanno conoscere ai ragazzi», dice la madre dell’atleta. «Chi ha assistito alla prima volta di Maria Sole sugli sci se la ricorda ancora: qualcosa faceva presagire tormenta di neve, bimbetta di cinque anni e mezzo che spinge come una pazza e cade ogni due sciate, ma imperterrita si rialza e ricomincia a spingere come una forsennata, fino a cadere immobile ma senza un lamento in attesa di soccorsi. Un grande spettacolo».

Renzo Cappelletti

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