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«Finanziamenti bloccati da anni
L’abrogazione è solo strumentale»

Orietta Salemi
Orietta Salemi
Orietta Salemi
Orietta Salemi

La passata di spugna sugli «Interventi a tutela della cultura dei Rom e dei Sinti» ha, ovviamente, una forte valenza politica e ideologica, perciò ha scatenato una bagarre.

Tuttavia, in concreto, l’abrogazione di questa legge regionale, la numero 54 del 1989, non ha ripercussioni dal punto di vista economico. Perché, come confermano informalmente alcuni dirigenti comunali, erano molti anni che da Venezia non arrivavano più finanziamenti, un tempo utilizzati per i progetti di scolarizzazione dei bambini.

Concetto rimarcato anche da diversi esponenti della minoranza regionale. Come Patrizia Bartelle del Movimento 5 Stelle: l’unica del suo gruppo a esprimersi contro l’abrogazione: «Il Consiglio veneto ha cancellato un provvedimento che prevedeva processi di integrazione delle etnie Rom e Sinti. Legge, peraltro, che è più stata finanziata dal 2006 in poi».

Sul fronte regionale del Pd, Orietta Salemi, con Alessandra Moretti, Francesca Zottis, Claudio Sinigaglia e Piero Ruzzante, denuncia: «La maggioranza, lasciando un vuoto normativo, abbandona i Comuni e favorisce l’illegalità.

«La vecchia legge andava ovviamente modificata, perché oggi la presenza dei Rom e dei Sinti è diversa e più complessa», continuano gli esponenti del Pd. Ma la semplice abrogazione, ideologica e strumentale, non risolve la grave situazione di alcuni insediamenti presenti nella nostra regione. Si rinuncia a incoraggiare e controllare la frequenza scolastica dei bambini, all’inserimento lavorativo dei più giovani e dei più disponibili. La scelta della maggioranza favorisce l’illegalità e aumenterà la mancanza di sicurezza. Premia, infatti, proprio coloro che delinquono piuttosto di aiutare coloro che vogliono l’integrazione».

«Tutti contrassegnati come inesistenti. Troppo facile (non) governare così. La maggioranza non è in grado di affrontare le sfide difficili. Abbandona i suoi cittadini veneti e i Comuni privandoli di qualsiasi riferimento normativo. E che i Rom e i Sinti facciano pure quello che vogliono», concludono dal Pd.

Torna sul tema dei finanziamenti assenti da anni Paolo Benvegnù, segretario regionale di Rifondazione Comunista. Per lui, l’abrogazione della legge 54/1989 «e un’operazione condotta nello stile classico della destra veneta, a cui, ora è più che mai chiaro, partecipa la maggioranza del movimento di Grillo-Casaleggio», dice, attaccando il M5S. «L’abrogazione della legge, peraltro mai finanziata dalla Giunta Zaia», sottolinea, «è la rappresentazione chiara di una scelta di abbandono di una qualsiasi politica di intervento nei confronti della realtà del nomadismo, comunque presente nella società veneta. Una scelta di emarginazione e differenziazione i cui frutti non saranno amari solo per le comunità Rom e Sinti».

E conclude: «In molte città tedesche, subito dopo l’avvento al potere di Hitler, c’erano cartelli con la scritta “Juden Verboten”. La cultura di chi ha voluto e votato questa legge è la stessa». L.CO.

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